Nel corso della propria vita professionale si affrontano situazioni diverse dalle precedenti che obbligano a scelte, spesse volte naturali, automatiche, di cui ci si accorge solo in seguito. E’ stato così nel mio caso quando a distanza di anni ripensando al mio percorso formativo mi sono accorto che, di fatto, avevo modificato la tipologia dei pazienti che curavo.

 Sono nato professionalmente al Centro di Traumatologia dello Sport dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini e da allora mi sono occupato quasi esclusivamente di lesioni legate ai traumi sportivi.  Il vantaggio di questa scelta è stato quello di essere quotidianamente a contatto con svariate patologie ortopediche che dovevano essere trattate velocemente  e bene. E’ chiaro che per me questa è stata una scuola che mi ha fatto crescere molto anche perché ho avuto, come maestri, colleghi competenti di altissimo profilo umano e professionale. Nel corso degli anni ho continuato a curare  i pazienti che, invecchiando, hanno accusato patologie conseguenti ai traumi precedenti.

In questo modo mi sono avvicinato al trattamento degli esiti delle lesioni traumatiche  e quindi alla protesica.  Provenendo dal mondo dello sport e soprattutto dall’artroscopia il mio approccio è stato da subito indirizzato a trattamenti poco invasivi preferendo cure improntate sul recupero dell’articolazione più che di sostituzione.  Negli anni ho anche imparato che spesso il risultato non è conseguente a quello che si impianta  ma  a come si raggiunge lo scopo. In altre parole bisogna eseguire il trattamento necessario cercando di essere meno invasivi possibili. E’ questa attualmente la mia filosofia.